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  1. Con Emanuele Filiberto, dunque, la Casa di Savoia non soltanto riconquista i suoi Stati, ma concepisce e preannunzia la sua missione d'italianità. Questa biografia fu scritta nel IV centenario della nascita di Emanuele Filiberto, seguita da una esposizione a Torino, nel maggio-giugno 1928.

  2. NOTA. Emanuele Filiberto di Savoia, detto Testa 'd Fer [1] ("Testa di ferro") in piemontese ( Chambéry, 8 luglio 1528 – Torino, 30 agosto 1580 ), è stato conte di Asti (dal 1538), duca di Savoia, principe di Piemonte, conte d'Aosta, Moriana e Nizza dal 1553 al 1580, nonché re titolare di Cipro e Gerusalemme. Era il terzogenito maschio di ...

  3. Segreteria privata: 50a, Chemin du Vieux-Vésenazz 1222 Vésenaz Geneva - Swizzerland tel. 0041228302294 -povfoundation@disavoia.org

  4. Sotto il suo successore, Filippo IV, Emanuele Filiberto venne nominato nel 1622 viceré di Sicilia, carica che mantenne fino alla morte. Fu principe di Oneglia, cavaliere dell' Ordine del Toson d'Oro, abate commendatario dell' Abbazia di San Michele della Chiusa. Morì a Palermo durante un' epidemia di peste il 4 agosto 1624, all'età di 36 ...

  5. SAVOIA, Emanuele Filiberto di, principe di Oneglia. Nacque a Torino il 17 aprile 1588, terzo figlio del duca Carlo Emanuele I e dell’infanta Caterina d’Asburgo. Avviato alla carriera ecclesiastica, a nove anni fu naturalizzato spagnolo e nominato dal nonno materno, il re Filippo II di Spagna, priore di Castiglia e León.

  6. 12 de mar. de 2020 · Il soldato alchimista. A Torino Emanuele Filiberto trasferì anche la Sacra Sindone, precedentemente custodita a Chambéry, nel 1578.Al pari di altri sovrani del suo tempo come Francesco de’ Medici e Rodolfo d’Asburgo, Emanuele Filiberto fu un appassionato praticante dell’alchimia, gettando le basi della realtà e del mito della “Torino esoterica”.

  7. Savòia, Emanuele Filiberto di Enciclopedia on line Figlio (Chambéry 1588 - Palermo 1624) terzogenito di Carlo Emanuele I. Gran priore di León e Castiglia a dieci anni, visse (1603-06) alla corte di Madrid, dove ritornò dopo l'assassinio del re di Francia Enrico IV (1610) per fare a nome del padre atto di formale sottomissione e allontanare così dal Piemonte la minaccia spagnola.